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Il concordato preventivo biennale partirà dall’anno d’imposta 2024 e interesserà 4,5 milioni di partite IVA che applicano gli ISA e i forfettari. L’accordo con il Fisco consentirà di determinare in anticipo le imposte dovute, secondo una specifica procedura di calcolo del reddito imponibile che chiamerà in causa non solo l’Agenzia delle Entrate ma anche contribuenti e loro intermediari. Un focus su regole e scadenze

 

In partenza il concordato preventivo biennale per le partite IVA.

Con il via libera al decreto legislativo definitivo nel corso del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio, sono state messe nero su bianco le regole e le procedure per l’adesione alla proposta che sarà elaborata dall’Agenzia delle Entrate.

Si tratta solo di uno dei passaggi operativi necessari per dare il via allo strumento. Nei prossimi mesi è atteso non solo il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate con la definizione di dati da trasmettere e procedure da seguire, ma anche il decreto del Ministero dell’Economia tenuto a definire le metodologie specifiche per il calcolo del reddito imponibile per ciascuna attività economica.

Chi sceglierà di accedere alla misura conoscerà in anticipo, e sulla base di un reddito determinato sulla base di specifici criteri, le imposte dovute per il biennio 2024-2025.

Decisivo sarà il reddito che verrà proposto dal Fisco, tenuto conto non solo dei dati a propria disposizione e di quelli di altre Amministrazioni, ma anche delle informazioni che sarà chiamato a trasmettere il contribuente.

Due le date cardine: quella del 15 giugno, termine entro il quale sarà predisposto il software per la trasmissione degli ulteriori dati richiesti ai titolari di partita IVA, e quella del 15 ottobre, scadenza per l’adesione alla proposta di concordato che verrà elaborata dall’Agenzia delle Entrate.

Un focus sulle regole previste.

Concordato preventivo biennale, come funziona la proposta del Fisco per il calcolo delle imposte dovute nel 2024 e nel 2025

Il concordato preventivo biennale rientra tra i nuovi strumenti di compliance che, nelle intenzioni del Governo, consentirà non solo di determinare un nuovo rapporto tra Fisco e contribuenti ma anche di contribuire al contrasto all’evasione fiscale.

Le regole alla base di una delle misure cardine delle prime disposizioni attuative della legge delega in materia di riforma fiscale sono state approvate in via definitiva dal Governo il 25 gennaio 2024.

Destinatari della proposta di concordato saranno i titolari di partita IVA di minori dimensioni titolari di reddito di impresa e lavoro autonomo.

Si tratta di un totale di 4,5 milioni di contribuenti soggetti all’applicazione degli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale) e i contribuenti che applicano il regime forfettario, per i quali l’avvio nel 2024 sarà sperimentale e limitato quindi ad una sola annualità.

Per la restante platea di contribuenti, il concordato preventivo biennale consentirà di fatto di determinare in anticipo le imposte dovute per gli anni d’imposta 2024-2025. Come?

Sarà l’Agenzia delle Entrate a elaborare la proposta di definizione biennale del reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione netta ai fini dell’IRAP, sulla base delle informazioni a propria disposizione e degli ulteriori dati che dovranno essere trasmessi dal contribuente.

I criteri specifici che guideranno la messa a punto della proposta di concordato sono demandati ad un apposito decreto del Ministero dell’Economia, tenuto a predisporre una metodologia che consenta di utilizzare al meglio le informazioni già a disposizione dell’Amministrazione finanziaria, riducendo ulteriori oneri dichiarativi.

In primo luogo quindi al MEF è richiesto di predisporre i criteri per il calcolo del reddito e per l’elaborazione della proposta di concordato, tenuto conto delle specificità delle diverse attività economiche di modo da fotografare in maniera chiara e precisa le dinamiche che caratterizzano ciascun settore.

Determinante sarà in ogni caso il ruolo delle banche dati pubbliche: l’Agenzia delle Entrate potrà attingere da quelle a propria disposizione, e da quelle delle altre Amministrazioni, per definire il reddito imponibile di ciascun contribuente.

In campo però saranno chiamati anche i singoli titolari di partita IVA, tenuti alla trasmissione di un set aggiuntivo di dati mediante un apposito software.

Concordato preventivo biennale, entro il 15 giugno il software per la comunicazione dei dati

Per l’elaborazione della proposta di concordato non basteranno le informazioni già a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.

Così come previsto dal decreto attuativo approvato dal Governo, ai titolari di partita IVA sarà richiesto l’invio di ulteriori dati, i cui dettagli verranno definiti con apposito provvedimento.

Si va quindi verso una nuova comunicazione telematica, funzionale alla messa a punto del piano biennale con il Fisco.

In attesa di novità operative, sono al momento messe nero su bianco le date a partire dalle quali sarà possibile trasmettere le informazioni richieste: per il 2024 il software di calcolo sarà messo a disposizione entro il 15 giugno, mentre a regime si partirà entro il 1° aprile.

Il medesimo software consentirà al contribuente di aderire alla proposta di concordato entro la scadenza del 15 ottobre 2024.

Adesione alla proposta di concordato entro il 15 ottobre 2024: con il secondo acconto il pagamento delle imposte

Accanto all’eliminazione del punteggio ISA pari almeno ad 8 quale requisito d’accesso, il decreto definitivo sul concordato preventivo biennale ha rivisto le scadenze per l’anno in corso.

Rispetto al termine di fine luglio previsto in prima battuta, la versione definitiva del decreto legislativo fissa al 15 ottobre 2024 la data limite per l’adesione, di modo da concedere più tempo sia per la trasmissione dei dati che per valutare la proposta elaborata dall’Agenzia delle Entrate.

Una novità che impatta sul calendario dei versamenti delle imposte dovute da imprese e lavoratori autonomi. Saldo e primo acconto slittano dal 30 giugno al 31 luglio 2024 e le

 

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