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In Sardegna è in atto una campagna di discredito delle rinnovabili. Sono spuntati come funghi i comitati no eolico no fotovoltaico,  il consiglio regionale ha approvato una moratoria di 18 mesi su pale e pannelli e un fiume di fake news sommerge l’isola. Tutto questo perché? Per restare ancorati al gas e al business del nuovo metanodotto che attraversa l’isola?  E si parla, con grandi castronerie, di nucleare di nuova generazione: un’arma di distrazione di massa.

L’articolo fake sull’attentato inesistente in Corsica. Denunciato anche da esponenti dei comitati

Guai a chi fa domande e si fa il pieno di fake news: anche il falso attentato  contro l’eolico in Corsica

I post sui social dei comitati contro eolico/fotovoltaico raccolgano migliaia di like e commenti che incitano alla rivolta.  Guai a chi osa fare domande come è successo a chi scrive. Ho  chiesto degli ettari espropriati per far posto ad un parco eolico, questa la risposta: “Per chi lavori per la Sardegna o per i nemici speculatori“. Alla domanda su chi fossero i cinesi  che “vogliono riempire la Sardegna di Pale eoliche in modo indiscriminato“, questa la risposta: “Puoi andare anche in Cina a chiedere“.

Passi la maleducazione, ma sta ribollendo qualcosa di inquietante. E’ stato diffuso lo screen di un articolo artefatto dove si legge di un attentato dinamitardo in Corsica contro l’eolico. Firmato dal Fronte di Liberazione Nazionale Corso con la foto di militanti incappucciati e armati. Una balla. Smentita anche da chi è contro eolico/fotovoltaico. Ma  sintomo di una situazione confusa anche perché nutrita da fake news.

Una fake che circola con più frequenza è relativa alla notizia che sarebbero programmati impianti da fonti rinnovabili per produrre energia per 50 milioni di persone, e chi lo afferma non ha paura di cadere nel ridicolo. Senza dimenticare lo spettro di opere di scavo immense per installare una pala eolica. Alla domanda di indicare i metri interessati l‘ex direttore di Videolina Sandro Angioni ci ha letteralmente eliminato dal suo profilo Facebook.

Maria Antonietta Mongiu

Le carte svelate dal presidente  Confindustria De Pascale e i numeri ambigui di Mongiu, presidente di Fai Sardegna

La discussione è drogata da dati ambigui che fanno credere a chissà quali abusi sull’isola. il Corriere della Sera, per esempio,  riporta una lunga intervista a Maria Antonietta Mongiu: “Per conseguire gli obiettivi europei per la decarbonizzazione entro il 2030, peraltro già raggiunti dalla Regione Sardegna, rischiamo un danno molto peggiore“. Non è una semplice attivista ma un ex assessore regionale per i Beni Culturali (con la giunta di Renato Soru e non è un particolare secondario nel contesto politico isolano) e presidente del Fondo Ambiente Italiano in Sardegna.

Un impianto eolico di Enel Green Power (credit foto: Enel Green Power).

A leggere le parole di Mongiu sembrerebbe che la Sardegna corra veloce sulla strada della decarbonizzazione.

Non è cosi. Nell’intervista rilasciata a Davide Madeddu per il Sole 24 Ore Maurizio De Pascale, ingegnere e presidente di Confindustria Sardegna rivela che gli scenari di una sovrapproduzione da rinnovabili sono falsi. E funzionali agli investimenti sul metanodotto.

Scenario a gas, “idrogeno” e con l’inesistente nucleare da fusione con i mini reattori

Gli scenari sono diversi. Leggiamo le prime righe dell’articolo: “È tutta una questione di equilibrio: rinnovabili, gas naturale, idrogeno e nucleare da fusione con i mini reattori. Il giusto compromesso per raggiungere il traguardo della decarbonizzazione e assicurare energia a famiglie e imprese. E creare le condizioni perché la Sardegna possa diventare un hub energetico“.

Grande castroneria: la fusione è di là da venire e per i mini reattori siamo ancora alla tradizionale fissione. Per di più non esiste ancora un impianto del genere attivo a livello mondiale.

Insomma tecnologie molto lontane nel tempo e dall’efficacia tutta da verificare. Su Vaielettrico si possono leggere diversi articoli sul tema del nucleare “immaginario” (clicca qui).

“Serve energia per riattivare l’industria”

Si esporta energia ma anche braccia e cervelli. Insomma mancano opportunità di lavoro. E su questo fronte nell’articolo si legge che “a bloccare il rilancio di numerose attività manifatturiere, come la filiera dell’alluminio, o i nuovi investimenti relativi a zinco e litio  c’è la questione energetica“.

Il presidente De Pascale così conclude: “Non possiamo immaginare un domani di sola energia elettrica ma si deve pensare a un mix energetico fatto di rinnovabili, gas naturale che sarà fonte di approvvigionamento energetico ed elemento necessario per rendere competitive sia le imprese sarde sia la società nel suo complesso. E poi la partita idrogeno che per essere prodotto ha necessità di energia da rinnovabili“.

Attenzione all’idrogeno perchè si tratta di questo format: “Oggi si stanno sperimentando miscele con idrogeno (intorno al 10-15%) e metano“. Chiaro?

Il ghiotto investimento nel gasdotto

E ora viene il bello perché così come i comitati no eolico no fotovoltaico denunciano lo sradicamento di alberi, la costruzione di nuove strade, l’interramento di cavi con toni apocalittici  allo stesso modo anche questo mix energetico ha necessità della sua infrastruttura.

Il tratto sud del gasdotto

De Pascale è chiaro: “Le condotte che si stanno realizzando e la dorsale saranno il veicolo migliore per la trasformazione energetica”. Gli scavi e i lavori anche in questo caso non si fanno con il laser e risparmiando le piante ma con ruspe e pale meccaniche.

Si tratta di centinaia di chilometri interessati da lavori e cantieri. Solo per il tratto nord abbiamo letto nei documenti di 237 km e con il nulla osta del ministero dell’ambiente: “È espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale per il progetto “Metanizzazione Sardegna – Tratto Nord”, proposto dalla Snam Rete Gas S.p.A., alla titolarità del quale è successivamente subentrata la ENURA S.p.A., con sede legale in San Donato Milanese (MI)“. Ma in questo caso nessuno protesta. E gran silenzio sui giornali che cavalcano la rivolta contro le rinnovabili.

Emanuele Cani

L’assessore regionale punta al gas per le attività industriali

Il gas va bene anche alla maggioranza di governo regionale. Sempre nello stesso articolo l’assessore regionale all’industria Emanuele Cani sottolinea molto chiaramente: “La risoluzione della questione energetica è necessaria per il rilancio del settore industriale: pensiamo a Eurallumina, alle industrie delle ceramiche, alle altre imprese energivore e alle altre che vorrebbero insediarsi ma hanno bisogno del gas“. Altro che energia in surplus con le rinnovabili che si vogliono pure tassare (leggi qui).

È un processo che avrà bisogno di tempi piuttosto lunghi” ammette anche Maurizio De Pascale. Così lunghi da essere funzionali al mantenimento delle fonti fossili. In attesa dell’atomo a zero emissioni.

Nel frattempo si lavora sul gas di cui sia parla poco o niente mentre  i tamburi rullano contro eolico, fotovoltaico ma addirittura contro gli impianti di accumulo e viene preso di mira anche l’agrivoltaico che permette l’integrazione tra attività agropastorale ed energetica.

Il ministro all’Ambiente Gilberto Pichetto

I giovani di Fridays For Future Sardigna per la transizione che “non è un pranzo di gala”

Come abbiamo scritto più volte l’autoproduzione energetica, ovvero limitata a piccoli impianti o sui tetti di case, aziende ed edifici pubblici non permette un vero processo di decarbonizzazione.

Azzoppare l’agrivoltaico come ha fatto il ministro Lollobrigida (leggi qui), soprattutto in una regione con bassa marginalità nella produzione agricola, è una altro freno  alla transizione energetica.

Francesco Lollobrigida

Come avevamo già scritto (leggi qui) il 75% dell’energia sarda è prodotta quasi a metà tra carbone e gas. Lo sintetizzano molto bene i giovani di Fridays For Future Sardigna: “La Sardegna ha emissioni pro capite più alte della media italiana, un mix energetico tra i più sporchi d’Europa e una quota fossile che supera enormemente la produzione rinnovabile“.

Ma ieri è arrivata addirittura una presa di posizione ufficiale di Federazione ANIE ed Elettricità Futura, le due Associazioni aderenti a Confindustria che insieme rappresentano l’intera filiera elettrica. Denunciano  forti profili di illegittimità costituzionale nella legge della Regione Sardegna sulla moratoria di 18 mesi per le FER. Qui il link al testo integrale della lettera inviata al Governo https://shorturl.at/XD4FR

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