Sulla carta erano aziende affidabili. Solide. In realtà erano tutt’altro. Dietro non c’era niente. Proprio grazie alla loro “maschera” sono riuscite a incassare (per poi fallire) 5 milioni di euro di finanziamenti garantiti dallo Stato. Soldi che poi sarebbero stati dirottati verso società estere. E per i responsabili sono scattate le manette. È il risultato di un blitz della guardia di finanza di Milano. Nei guai quattro imprenditori milanesi che avrebbero incassato (e poi dirottato) finanziamenti garantiti dal Fondo di garanzia per le piccole medie imprese. Non solo, la procura ha disposto anche un sequestro per oltre 7 milioni di euro.
Secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza il quartetto avrebbe ottenuto finanziamenti da diverse banche per un totale di oltre 5 milioni di euro, 4 dei quali garantiti dallo Stato attraverso Mediocredito Centrale, ente concessionario per la gestione dei fondi del Ministero dello sviluppo economico e per il rilascio della garanzia da parte del Fondo di garanzia per le Pmi. Questo perché le aziende apparivano come clienti in regola, tutto merito di una operazione di “maquillage”. Tradotto? Avrebbero prodotto documenti e bilanci falsi, documenti in cui sarebbero stati riportati “risultati postivi di ricavi ed utili”, si legge nella nota delle fiamme gialle. Non solo, le aziende si presentavano con siti web in cui venivano indicati importanti partner commerciali.
Una volta ottenuti i finanziamenti, tuttavia, le società sarebbero state progressivamente abbandonate, spogliate di ogni bene e fatte fallire. Cinque di queste società, infatti, sono tate dichiarate “fallite o sottoposte a liquidazione giudiziale dal Tribunale di Milano”, hanno puntualizzato i finanzieri. I soldi, secondo gli investigatori, sarebbero finiti in società estere con sede in Repubblica Ceca o in Svizzera.
Le indagini, puntualizzano i detective, sono state portate a termine utilizzando anche “l’attivazione di strumenti di cooperazione giudiziale internazionale”. Fondamentali, inoltre, sono state le segnalazioni di operazioni sospette. Proprio queste avrebbero tracciato il percorso dei soldi.
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