Stimato in 9.300 euro il canone di locazione che il Comune di Frosinone dovrebbe pagare per continuare a disporre del terreno sul quale è stata edificata la scuola media Luigi Pietrobono. In attesa della prossima udienza davanti al giudice dell’esecuzione del tribunale di Frosinone, chiamato a pronunciarsi sul ricorso del Comune contro il pignoramento attivato dalla curatela fallimentare che lamenta un’occupazione senza titolo di quell’area, si sta lavorando a trovare una soluzione che possa accontentare tutti. In primis il Comune che vuole continuare a disporre del terreno, e soprattutto della scuola, da un cinquantennio in via Puccini, ma anche la curatela fallimentare che ha avviato la procedura esecutiva nel tentativo di soddisfare il maggior numero di creditori.
Al momento, non essendosi ancora pronunciato il giudice che ha chiesto al Comune di integrare il contraddittorio con altre due parti, potenzialmente interessate su quell’area, la procedura esecutiva non è sospesa. Sospensione chiesta dall’amministrazione comunale che, in questa fase, è rappresentata dal legale dell’avvocatura interna Paolo Tagliaferri. Tecnicamente quella del Comune è una “opposizione di terzo” alla procedura esecutiva. Terzo perché l’ente non ha mai formalizzato, trascrivendone l’atto di esproprio, l’acquisto del terreno su cui negli anni Settanta è stato realizzato l’istituto scolastico.
In base a una legge sull’edilizia scolastica del 1967 il Comune si dispose a realizzare la scuola (inizialmente erano previste 20 aule) per una spesa che all’epoca avrebbe dovuto essere di mezzo milione di lire. I lavori, avviati nei primi anni Settanta, con una serie di varianti necessarie a completare l’opera. Dall’epoca quel terreno ha sempre ospitato la scuola con generazioni di studenti a frequentarla. Da qui il tentativo da parte del Comune di giocarsi la carta dell’usucapione.
Al momento, l’unica strada percorribile per evitare l’extrema ratio di dover abbandonare la scuola, è che il Comune debba sobbarcarsi l’onere di pagare un affitto mensile (da 9.300 euro) per l’utilizzo della superficie. Il tutto in attesa della definizione della procedura esecutiva. Il paradosso è che il Comune rischia di doversi ricomprare o comunque di pagare un affitto su un terreno che, di fatto, era già suo e sul quale ha edificato il plesso. Una questione di non facile soluzione per la quale non è nemmeno escluso un interessamento della Corte dei Conti nel caso in cui dovesse emergere un danno erariale per le casse pubbliche.
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