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Gli spazi della Manifattura Tabacchi, a Cagliari, saranno dati in affitto. Il complesso, tra viale Regina Margherita e via XX Settembre, potrà essere utilizzato da privati e pubbliche amministrazioni per eventi senza scopo di lucro. Le condizioni sono tracciate dal regolamento di utilizzo  – a carattere transitorio – pubblicato in questi giorni dall’Agenzia regionale Sardegna Ricerche, a cui l’ex Manifattura era stata affidata nei mesi scorsi (leggi qui).

I progetti mancati, le ipotesi. Dal progetto del 2006 quando si voleva creare degli incubatori d’impresa per la filiera delle creatività, per la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali nel campo delle produzioni artistiche e cultura, si è passati ad un’operazione che permetta di riaprire lo spazio restaurato. In mezzo l’ipotesi si spostare gli uffici dell’agenzia regionale con sede a Pula. Fino a far diventare l’ex Manifattura una culla per start up pubbliche e private. Ad oggi le indicazioni regionali parlano di una Manifattura che diventerà il luogo in cui competenze creative, tecnologiche e digitali si incontreranno per sviluppare nuovi prodotti, servizi e modelli competitivi in tutti i campi a contenuto intellettuale, artigianale e dei servizi. Smentendo, finora, quando è stato ipotizzato anche se nella delibera dell’8 aprile si si legge: “Il Presidente fa presente che a fronte dell’attivazione, in Sardegna, di nuovi percorsi formativi e della nascita di nuove imprese con una connotazione fortemente innovativa, è necessario approntare uno spazio, hub, che colleghi le diverse realtà, pubbliche e private, organizzate e spontanee, che ormai operano nel settore (FabLabs, spazi di Coworking, Contamination Labs). In particolare, continua il Presidente, si tratterà di un ecosistema startup friendly, che favorisca la densità e gli scambi di idee e contenuti, la collaborazione tra le start-up al fine del loro sviluppo, con spazi condivisi, dotato di adeguate infrastrutture tecnologiche in grado di recepire le innovazioni del mondo digitale e con un’offerta di servizi dedicati.

La complessa macchina. “In questi mesi abbiamo lavorato per risolvere diverse questioni tecnico amministrative, per l’individuazione puntuale delle criticità presenti e per la definizione di un piano di interventi tecnico-amministrativi in parte già effettuati e conclusi (per esempio il riaccatastamento della struttura, l’agibilità, i cablaggi, la connettività, la messa in sicurezza, le manutenzioni) e in parte da effettuare nel prossimo periodo”, spiega il direttore di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu. “Nel frattempo abbiamo elaborato sia un piano di attività per lo sviluppo nel medio lungo periodo di questo spazio fisico che dovrà accogliere e far convivere imprese culturali e imprese dei settori innovativi, sia il regolamento provvisorio per la gestione degli spazi. I passi successivi prevedono la pubblicazione di bandi per l’assegnazione di parte degli spazi a soggetti qualificati e per la gestione del bar”.

Altri cinque milioni, verso hub europeo. “Stiamo già lavorando nella prospettiva della programmazione unitaria ad un programma di completamento del recupero dell’intero complesso. I primi 5 milioni di euro sono già disponibili per avviare ulteriori interventi di ristrutturazione e riuscire così a rimettere a nuovo l’altra importante parte della Manifattura”, annuncia il direttore del Centro regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu. “In stretto raccordo con il Comune di Cagliari stiamo valutando l’opzione di un nuovo ingresso su via Lanusei che consenta di valorizzare le emergenze archeologiche presenti. Assolutamente prioritario sarà garantire i servizi all’interno degli spazi e il recupero dell’ex cinema Due Palme. Già ora Manifattura può svolgere un ruolo importante sui temi della cultura e della creatività, con i nuovi interventi può legittimamente aspirare a diventare un hub di rilevanza europea”.

Il regolamento. Le ultime dichiarazioni sono datate 27 settembre 2016 durante la quarta edizione del festival Sinnova dove si è detto che a breve sarebbe stato reso pubblico il regolamento per l’utilizzo degli spazi senza dare ulteriori informazioni. Un mese dopo è stato reso pubblico il regolamento, a carattere transitorio, per l’utilizzo. Il complesso potrà essere utilizzato sia dai privati che dalla amministrazioni pubbliche per svolgere iniziative di carattere culturale, artistico, scientifico, imprenditoriale, ricreativo e di volontariato, senza scopo di lucro. Nello specifico si potranno svolgere attività culturali, mostre ed esposizioni, riunioni, convegni, seminari e incontri, attività che mirano a valorizzare l’integrazione tra i temi della creatività, cultura, innovazione e ricerca. Le iniziative dovranno avere una durata non superiore ai 15 giorni all’anno, comprensivi delle attività di allestimento e di disallestimento.

Gli spazi. Il complesso si estende, tra sale ed ambienti, per oltre 6mila metri quadri suddivisi in più costruzioni che si affacciano su quattro cortili. La struttura, non è interamente fruibile, si estende su tre livelli e conta di 26 locali. Gli spazi completamente ristrutturati, sono dotati di rete elettrica, di un impianto antincendio, di un impianto climatizzazione (estate/inverno), di un sistema di telesorveglianza, ed una rete dati con una linea dedicata di 100 Mbps condivisa tra tutti gli utenti che si può far arrivare a 1Gbps. Ci sono poi i bagni.

I limiti. Si legge nel regolamento che “a causa della particolare ubicazione e dei limitati sbocchi verso l’esterno, il complesso è caratterizzato da restrittivi vincoli relativi alla sicurezza antincendio. Il numero massimo di persone che possono contemporaneamente fruire degli spazi è pari a 798”. Con alcune zone caratterizzate dalla possibilità di ospitare un numero minore di persone in conseguenza della difficoltà date dalle poche scale presenti.

Costi. Gli spazi sono concessi in affitto e i canoni variano a seconda della tipologia. I pagamenti sono anticipati, così come la cauzione, che è pari al 20 per cento dell’importo complessivo. Per poter avere accesso è necessario compilare un’apposita richiesta che deve essere formulata attraverso la modulistica disponibile sul sito web dell’agenzia ed inviarla via mail all’indirizzo presente nella modulo.

La storia. La struttura, nata verso la fine del quattrocento, quando i frati minori scelsero di edificare in quello spazio il loro convento, ha vissuto le fasi principali della storia del capoluogo. Da convento è diventata fabbrica ai primi dell’800 fino agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso fornendo un impiego stabile e una remunerazione certa ai primi dipendenti “statali” della Sardegna. Nel 2001 l’Ente Tabacchi Italiano, che dal 1998 ha incamerato le attività produttive del Monopolio di Stato, annunciò la chiusura della fabbrica in quanto non riusciva ad essere competitiva con altri impianti della penisola che nel frattempo si erano modernizzati. Il 17 dicembre 2001 la Manifattura Sarda produce il suo ultimo pacchetto di sigarette e chiude i battenti lasciando a casa circa 180 operai.

Alessandro Ligas

 



 

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