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Sull’onda dell’incredibile aggiudicazione della “Maddalena penitente” di Tiziano nel maggio scorso per ben 4.818.000 euro, Dorotheum torna a volgere lo sguardo all’antico. E lo fa con un catalogo Old Master (9 e 10 novembre) che ripropone opere perdute da tempo e inedite

L’asta “Dipinti antichi I” del 9 novembre propone, già a inizio catalogo, uno dei capolavori della vendita: “The Triumph of the Consul Lucius Aemilius Paulus” del pittore fiorentino Apollonio di Giovanni (1415/17–1465). Quest’opera era originariamente il pannello frontale di una cassa nuziale, un cosiddetto cassone, decorato con dipinti. Era tradizione che tali arredi fossero portati in processione a casa degli sposi novelli per essere collocati nella camera nuziale.

I cassoni erano particolarmente apprezzati a Firenze e diffusi nell’Italia settentrionale e centrale dal XIV al XVII secolo. Divennero particolarmente ricercati da collezionisti e musei, sia in Europa che negli Stati Uniti dal XIX secolo in poi.

Lotto 9, Apollonio di Giovanni

La decorazione pittorica dei cassoni rappresentava solitamente eventi storici, in particolare battaglie ed episodi tratti dalla mitologia e dalla letteratura classica, oltre che da romanzi medievali, allegorie letterarie e temi religiosi. Il soggetto di un trionfo, come quello raffigurato nella tavola in asta, era una scelta popolare per la decorazione dei cassoni. Quello in vendita da Dorotheum, decorato con foglia d’oro, è stimato € 400.000 – 600.000.

Il catalogo, di 113 lotti, è davvero prezioso. Sei pezzi hanno stime superiori ai 200 mila euro. Diciotto sopra i 100 mila euro, sessanta sopra i 40 mila euro. Per parlare di top lot, c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

Citiamo subito il lotto che si è aggiudicato la copertina del catalogo. Un’opera significativa di Giovanni Francesco Barbieri, Il Guercino e Benedetto Gennari raffigurante il dio del mare Nettuno. Si tratta di una celebre composizione dell’artista che in precedenza era nota solo per copie di bottega e che stima € 200.000 – 300.000. È stato riscoperto in una collezione in cui era rimasto inosservato per diverse generazioni: il dipinto eccezionalmente ben conservato è stato per qualche tempo considerato una copia del 19° secolo proprio per le sue eccellenti condizioni.

Il dio del mare si erge dal mare pronto ad infilzare un pesce con il suo tridente. La muscolatura delle braccia è bene definita. Il critico e storico dell’arte Massimo Pulini, esperto sui maestri del Seicento e in particolare sul Guercino, fa risalire quest’opera alla tarda età dell’artista, intorno al 1650 e ha ipotizzato che fosse stata dipinta con la collaborazione del nipote e collaboratore Benedetto Gennari, al quale è attribuibile in particolare la parte inferiore della composizione. Benedetto Gennari si è infatti specializzato nella rappresentazione di effetti luminosi scenografici, qui riconoscibili nella leggera schiuma argentea delle onde e nel bagliore metallico del tridente e delle squame del pesce.

Lotto 52, Il Guercino e Benedetto Gennari

Sempre di ambito italiano ma di datazione e stile completamente diversi, la Madonna con Bambino di Giovanni Bellini e bottega. La composizione si riferisce, con varianti, alla Madonna Contarini conservata nelle Gallerie dell’Accademia, Venezia (inv. n. 594). La principale differenza compositiva tra i due dipinti è nella raffigurazione dello sfondo del paesaggio.

Bellini è stato uno dei pittori più importanti del Rinascimento veneziano. L’attribuzione è stata messa in discussione nel corso del tempo.  Berenson sosteneva che questa Madonna col Bambino fosse un’opera in parte autografa di Bellini. Successivamente, alcuni anni dopo fu considerata una copia da studio. A seguito di analisi diagnostiche e restauro, questo dipinto è stato pubblicato come opera di “Bellini e Assistente” nel catalogo ragionato Giovanni Bellini di Mauro Lucco, Peter Humfrey e Giovanni C. F. Villa.

Gli esperti di Dorotheum lo hanno inserito in catalogo con una stima di  250.000 – 350.000 euro.

Lotto 14, Giovanni Bellini e bottega

Si segnala al lotto 20 la “Maria Maddalena” di Ambrosius Benson. Tipico dell’opera del maestro lombardo-olandese è il modo abile in cui fonde l’eleganza femminile italiana con le trame lucenti della pittura a olio del nord. Maria Maddalena appare come una bellezza della società contemporanea, piena di tutti i lussuosi ornamenti della ricchezza di cui godono le élite fiamminghe. Allo stesso tempo è ritratta come una santa biblica penitente. L’opera è stata realizzata nel momento d’oro della carriera di Benson, quando era diventato uno dei migliori pittori di Bruges. La stima degli esperti di Dorotheum è di 300.000 – 400.000 euro, anche in virtù del fatto che è uno delle poche versioni autografe ancora in mani private. Molte “Maddalena” di Benson si trovano infatti in collezioni pubbliche.

Lotto 20, Ambrosius Benson

Un filone che protrammo seguire per raccontare questo catalogo di Dorotheum, sono le vedute. Erano estremamente popolari tra i collezionisti nell’Italia del XVIII secolo e rimangono molto richieste anche oggi.

La pratica di dipingere vedute accurate fiorisce come genere indipendente in Italia e diviene estremamente popolare nel XVIII secolo. In contrasto con le precedenti raffigurazioni di scene cittadine, in cui l’ambientazione fa semplicemente da sfondo a dipinti di soggetti religiosi o profani, la veduta stessa diviene  l‘unica protagonista. L’aumento della popolarità delle vedute fu una conseguenza, almeno in parte, del fiorire del Grand Tour. Giovani aristocratici si recavano in Italia per completare la loro formazione artistica, architettonica e musicale, visitando gli splendori dell’antichità nella culla della civiltà occidentale.
I tesori dei grandi centri storici, in particolare Roma e Venezia, erano considerati opere di riferimento, non solo da godere, ma da studiare. Le riproduzioni accurate dei monumenti erano molto ricercate e le vedute dei siti famosi, come il Foro Romano o il Canal Grande, venivano commissionate come ricordi. I dipinti servivano ai visitatori come souvenir e come testimonianza del gusto e dell’educazione dei loro proprietari.

Lotto 95, Gaspar van Wittel, called il Vanvitelli

Due dipinti di Venezia e Roma sono tra i top lot dell’asta. Uno dei primi importanti vedutisti ad avere successo presso i mecenati romani fu l’olandese Gaspar van Wittel, detto Vanvitelli. La sua predilezione per i dettagli precisi e realistici, che rivelano l’apprendistato nordico dell’artista, caratterizza le sue raffigurazioni di Roma. Vanvitelli ha sostituito nella sua opera il soggetto dei siti religiosi e delle rovine antiche, introducendo per la prima volta vedute che riflettono la realtà della Roma del XVIII secolo. La sua rappresentazione realistica della calda luce solare italiana ha aggiunto fascino e romanticismo a queste scene di vita quotidiana. Vanvitelli ottiene la precisione richiesta utilizzando la cosiddetta camera oscura, che insieme ad una perfetta padronanza della prospettiva, rendeva le rappresentazioni delle sue vedute precise e realistica. “The Colosseum and the Arch of Constantine, Rome” stima 250.000-300-000 euro.

La laguna è protagonista di un altro degli highlight della vendita, “Piazza San Marco from the Torre dell’Orologio, Venice” di Michele Marieschi. Il pittore fu una delle personalità artistiche più affascinanti di Venezia, sviluppò il proprio stile unico rispetto a Canaletto e altri vedutisti. Le sue vedute sono più teatrali nella composizione, con colori ricchi e suggestivi effetti di luce. La tela in asta stima 300-400 mila euro.

 

Lotto 113, Michele Marieschi

Old Master Paintings I

09.11.2022, 17:00
Vienna | Palais Dorotheum

 

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