di Laura Boccanera (foto Federico De Marco)
Come il cambiamento climatico anche la stagione balneare di Civitanova non ha mezze misure: tutto esaurito nel fine settimana con i disagi che questo comporta in termini di traffico, difficoltà di trovare parcheggi e, spesso, anche un buco in spiaggia per la tintarella e un tuffo e, al contrario, il deserto durante i giorni infrasettimanali, con cali dei pendolari e delle presenze locali di oltre il 30%, soprattutto sul lungomare sud.
E’ l’anomala estate 2023 dei concessionari di spiaggia: partita tardissimo, segnata da mareggiate e dall’eco del disastro romagnolo e che stenta ad ingranare col giusto ritmo. Tanto più che potrebbe anche essere l’ultima estate per i gestori e concessionari storici “minacciati” dalla Bolkestein che da fine anno potrebbe far vedere i suoi effetti con la messa all’asta degli chalet. E insomma si naviga a vista, si lavora ma concentrando tutto nel fine settimana:
«E’ un’estate moscia – commenta Giacomo Mantovani presidente dell’associazione balneari Abc – manca la gente. I motivi? Forse è stato sbagliato qualcosa nella comunicazione, nella promozione, non lo so. Ad ogni modo c’è un calo del 30% giornaliero. A mancare sono i pendolari infrasettimanali. Ci sono i turisti e anche qualche straniero. Noi a giugno abbiamo lavorato bene con i tedeschi anche grazie ad alcune strutture alberghiere che hanno fatto un buon lavoro su quel mercato, ma per il resto vediamo molti meno turisti italiani o pendolari. Forse ha influito anche il caro prezzi a ridurre le presenze».
E’ sbagliato il modello di turismo verso cui sta slittando Civitanova secondo Gabriele Micarelli di Cazza la randa, sempre più giovani e giovanissimi legati al divertimento notturno e allo sballo e poche famiglie e turismo di fascia medio alta: «movimento c’è, ma non è turismo, è solo mordi e fuggi. Civitanova sta diventando sempre più quello che era Rimini fine anni ’70 e ’80. Si sta riempiendo di bande di ragazzini dediti solo ad un tipo di divertimento, ma tra un po’ questa bolla finirà e Civitanova dovrebbe imparare dagli errori di Rimini ed evitare di ripeterli. Il turista che cerca tranquillità non ha le stesse esigenze del ragazzino che vuole sballarsi. Gli amministratori dovrebbero capire come far diventare Civitanova. Le discoteche vanno bene, non mi fraintendete, ma servono più controlli e anche i gestori dovrebbero controllare meglio chi entra nei loro locali. Qui ogni mattina prima dell’alba è una scazzottata. Commercialmente così si affossa un settore».
Conferma il calo delle presenze e anche un calo nella disponibilità di spesa Luisa Baiocco che gestisce sul lungomare sud Lulù, ex Gianfranco: «C’è un calo di almeno il 20%, è un luglio che sembra maggio. Nel fine settimana si va “a bomba” e durante la settimana si fa pochissimo. Una stagione davvero strana un po’ per il tempo un po’ perché la gente spende sempre meno. Anche in spiaggia abbiamo tanti ombrelloni prenotati con lo stagionale ma poi non vengono tutti i giorni e solo nel week end».
«Il rincaro dei prezzi si fa vedere in un calo dei giornalieri di almeno il 30% – aggiunge Denni Torresi dello chalet Giovanni e Anna – il sabato si registra un lieve calo e poi la domenica si recupera, ma questi effetti si vedono non solo in spiaggia, ma anche su bar e ristorante. Se le famiglie devono spendere di più per bollette e spese domestiche è evidente che l’effimero e ciò che è in più viene tagliato. Tutto questo unito al meteo incerto con cui abbiamo fatto i conti fino a qualche settimana fa si fa sentire».
In controtendenza Gianni Lorenzetti della Bussola all’estremità del lungomare nord che conta invece su una clientela giovane e affezionata e che riempie la spiaggia anche infrasettimanalmente:
«Devo dire che sta andando bene – ammette – la stagione è stata tardiva ma è bella. Va bene anche la situazione del ristorantino e colazioni e merende». Nota dolente per i balneari del litorale nord la presenza del cantiere per i lavori sulla ciclabile andati oltre la data di consegna e che hanno finito per coincidere con la piena stagione: «dai diciamo che ormai siamo verso la fine, qualche disagio ovviamente l’ha creato, ma ormai i lavori sono quasi finiti, il marciapiede è fruibile e manca solo di dipingere la pista ciclabile».
E quello sul lungomare nord non è l’unico cantiere aperto in città: anche sul litorale sud infatti l’area verde del Varco sul mare e i vicini giardini Norma Cossetto sono off limits. Ruspe in azione, polvere e terra sono all’ordine del giorno per i lavori relativi ai sottoservizi nel Varco sul mare e per il parco della altalene che da oltre un anno attende il completamento. Secondo il nuovo cronoprogramma dovrebbe essere pronto per fine luglio.
Fra le criticità emerse in questa stagione un’altra sollecitazione la offre Aldo Ascani dello Shada che critica la massiva presenza di serate danzanti, con standard spesso non proprio in regola: «Sono sempre stato molto attento agli equilibri ed ho sempre speso una parola in più piuttosto che una in meno nei confronti di Civitanova, una città che amo sia a livello professionale che sentimentale – ha scritto – . Sabato mi sono preso mezz’ora di tempo per fare una passeggiata andata e ritorno dall’inizio del lungomare sud Peté per intenderci fino ad arrivare allo stabilimento Antonio zona stadio, al ritorno tra me e me ho naturato la convinzione che tutto questo concentrato di stabilimenti danzanti “all together” sia davvero esagerato. La qualità si fa con il prodotto di qualità dopodiché è il pubblico a scegliere. Un po’ come il detto dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. E’ l’estate del volemose bbene, ma di fatto non è così perché veleggia in modo prepotente una scorrettezza disarmante».
Bolkestein, il Tar boccia le richieste di sei stabilimenti balneari «Danni? Puramente ipotetici»
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