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Livorno, sequestrati in porto 35 tonnellate di pesce arrivato dal Senegal Il Tirreno – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


LIVORNO. Trentacinque tonnellate di pesce, proveniente dal Senegal, sequestrato. Polpo Indopacifico, halibut, pesce pettine e seppie fra le specie rinvenute in un container frigo. Stretta della capitaneria di porto di Livorno e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli degli scali Darsena sulle importazioni dei prodotti ittici in Italia. A collaborare, insieme alla direzione marittima toscana, anche i militari di Venezia, Ancona e San Benedetto del Tronto, congiuntamente ai funzionari del reparto antifrode labronico.

«Le autorità di controllo – si spiega in una nota – hanno operato in virtù del consolidato rapporto di collaborazione tra le due istituzioni, guardia costiera e Agenzia delle dogane e dei monopoli, per la tutela globale della risorsa ittica e la salute dei consumatori, e nella circostanza sono state dirette alla verifica della correttezza delle informazioni dei prodotti della pesca posti in vendita. La stringente regolamentazione europea in tema di lotta alla pesca illegale prevede che tutti i prodotti ittici provenienti da paesi extra-Unione europea, prima di essere inseriti nel circuito commerciale di uno Stato membro, debbano essere sottoposti a una scrupolosa analisi della certificazione di cattura che attesti la legalità del pescato in conformità alle leggi internazionali, in mancanza della quale gli stessi sono banditi dal mercato europeo».

«I pesi verificati e le specie ispezionate – proseguono dall’agenzia, riepilogando il sequestro effettuato in un terminal del porto labronico – risultavano nettamente differenti rispetto a quelle indicate nella certificazione di cattura e nei documenti di tracciabilità presentati agli uffici doganali. È stato pertanto necessario per le autorità di controllo procedere con lo svuotamento totale dei containers per ottenere un riscontro oggettivo e preciso della merce importata. Quest’ultima operazione è stata eseguita, in prima battuta, presso il porto di Livorno e terminata, a seguito del trasferimento della merce, presso la sede dell’importatore, dove sono intervenuti i militari della capitaneria di porto di San Benedetto del Tronto e i funzionari della locale sede operativa territoriale coordinata dall’ufficio delle Dogane di Civitanova Marche». L’intera merce è stata sottoposta a sequestro amministrativo e all’importatore è stata comminata una sanzione pecuniaria.

Un’altra operazione è scaturita invece da un’attività investigativa condotta inizialmente dalla guardia costiera di Venezia che ha puntato i riflettori «sulla verifica della autenticità delle informazioni presenti su alcune confezioni di polpi provenienti dall’India rinvenuti sul mercato veneto e distribuiti da un importatore fiorentino». Dalle analisi del Dna eseguito su alcuni campioni prelevati dagli ispettori è risultato che il genere e la specie dei cefalopodi indicati nella documentazione di tracciabilità erano differenti rispetto a quelli destinati al commercio. L’intera partita, corrispondente a circa 37 tonnellate è stata sottoposta, anche in questo caso, a sequestro amministrativo. L’importatore, a cui è stata irrogata specifica sanzione, dovrà giustificare il motivo della predetta irregolarità pena la confisca della merce.



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